Monday, December 2, 2013

"La Repubblica di Barbapapà: Storia irriverente di un potere invisibile"

La Repubblica di Barbapapà: Storia irriverente di un potere invisibile (Saggi italiani) (Italian Edition)La Repubblica di Barbapapà: Storia irriverente di un potere invisibile (Saggi italiani) by Giampaolo Pansa
My rating: 2 of 5 stars

A more apt title would be: My career as a journalist. Pansa focuses more on his professional history than on Scalfari. He often mentions they are no more on speaking terms, but he even fails to explain exactly why.


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Sunday, June 16, 2013

Movimento Passe Livre: Brasil acorda, mas depois pensa.

Naturalmente fiquei muito marcado pelos protestos, e pelo envolvimento que eu vi de muitos meus amigos de Facebook. Me parece que - alem das boas intenções dos manifestantes - tem uma grande probabilidade de mudar o país pelo pior e vou tentar explicar aqui as minhas razões. Espero de ser corrigido para os meus 2.4 leitores se estou errado.

Duas premissas: os 20 centavos foram só a faísca, e a violência da Policia é lamentável.

O que vai acontecer se o MPL "vence"? Vamos nos limitar ao primeiro pedido declarado, ou seja o "passe livre" em São Paulo.

Para Haddad o aumento dos 20 centavos significa 600 milhões de reais . Isso implica uma venda de 3 bilhões de bilhetes ao ano para um valor de 9.6 bilhões. Haddad declara também que há subsídios, e isso faz sentido, considerando somente os custos de expansão do metro (3.4 bi para a linha amarela de 11 km, 65 km planejados para uma projeção de 20 bi a custos atuais sem considerar a inflação).

Se vai ter o passe livre, quase 10 bi devem ser achados em outros lugares do cofre publico. Quem propuser de tirar da saúde, educação e outros serviços públicos vai cometer suicídio político, então o que sobra de "politicamente viável" é obter novos recursos da impostos ou tirar da infra-estrutura e divida publica. Isso para o bilhete em São Paulo mas também para outros setores, imagino (gratuidade das Universidades particulares, com o Estado pagando? Ou estatização das Universidades particulares? ... )

Qual é a situação econômica atual do Brasil?
O país termina agora anos de desenvolvimento econômico devido a estabilidade da política monetária mas principalmente a fatores 'externos': alto valor das commodities (petróleo, agricultura, minerais) -devido ao forte desenvolvimento chines - e importação de capitais que procuravam qualquer lugar para investir que não fosse EUA e Europa. Ambos estão mudando de direção (investimentos e materias primas), e - olha só - Standard&Poors baixa o rating do pais. Podemos prever alguns anos de baixa para a economia brasileira: novos recursos não podem vir de um aumento das entradas fiscaís atrelada a um crescimento da economia. Aumentar os impostos significaria colocar mais peso nas costas de uma economia que já tem problemas e pode gerar uma espiral recessiva como na Europa.

No futuro, o aumento da riqueza vai depender da fatores internos: aumento de produtividade (então infra-estrutura) e inovação (educação, juros baixos para favorecer investimentos e, mais profundamente, alocação dos recursos onde tem retorno).

Nesse cenário, uma política "MPL" tiraria recursos da infra-estrutura e aumentaria a divida puxando para cima os juros. Alem disso, imagino que tal movimento seja contrario a aumentos de eficiência devido ao abatimento das barreiras comercias: abatendo as taxas de importação dos produtos de TI os custos ridiculamente altos cairiam, mas os cerca de 1000 funcionários da Positivo iriam ser demitidos, por exemplo. Qual seria a posição do movimento sobre isso?

Em síntese, o que me parece é que o movimento empurra na direção contraria ao aumento da riqueza e a favor de redistribuição, exatamente quando o problema fundamental seria aumentar o bolo e não decidir como fatiá-lo.

Tem um jeito para iludir o povo que as coisas estão indo bem: continuar uma política de gastos não produzindo riqueza mas endividando-se. Ou seja, passando o poder aos credores (sobretudo estrangeiros) e "gastando" o futuro das próximas gerações que pagariam taxas para os juros das dividas feitas por essa geração. Infelizmente não é muito difícil prever isso: é o que aconteceu na Italia depois do '68 (maiores semelhanças em um próximo post). 

Alem das boas intenções, então, essa mamãe poderia estar - dramaticamente - muito errada ...


Tuesday, May 28, 2013

Pagare per farsi terminare

Ho appena finito di leggere "God and Man at Yale", un libro praticamente sconosciuto in Italia ma che è uno dei testi che ha iniziato il nuovo conservatorismo USA, il movimento culturale che avrebbe poi portato Reagan alla presidenza nel 1981.
William Buckley lo scrive appena uscito da Yale, argomentando che:
- Yale spinge i suoi alunni a posizioni atee o agnostiche in campo religioso, e collettiviste in campo economico;
- gli ex-allievi della scuola, che ne sono i principali finanziatori, non sono allineati con quelle posizioni e non gli è data la possibilità di dettare le linee educative di Yale;
- la libertà accademica vale nel campo della ricerca; nell'educazione si deve proporre il sistema di valori di chi paga per l'educazione stessa.
Buckley appoggia le sue tesi con un'analisi quasi pignola dei fatti, per esempio esaminando uno ad uno i testi dei principali corsi di Yale e gli insegnamenti dei vari professori - citati per nome -, e con un'argomentazione lucida e razionale (mi rimane impresso come dimostra che qualunque scuola ha e non può che avere la sua "ortodossia", punendo con l'esclusione chi non si conforma).

Il libro generò una notevole controversia, e portò Buckley alla notorietà.

Cosa mi ha impressionato?
- quanto fosse "forte" il cristianesimo da un punto di vista sociale: nel discorso inaugurale del 1937, il rettore richiama tutti i membri della facoltà "a riconoscere liberamente la tremenda validità e potere degli insegnamenti di Cristo nella nostra lotta mortale contro le forze del materialismo egoista";
- quanto fosse forte la contrapposizione USA/URSS/comunismo (Buckley negli anni successivi difese McCarthy);
- quanto erano statalisti a Yale e quanto keynesiani, NewDealers e comunisti fossero vicini: da uno dei libri di testo di Economia 1 "Il diritto di una persona di cominciare un'impresa non è tra i diritti fondamentali ... E' un diritto al quale solo un quinto della nostra forza lavoro si trova capace e interessata." Con la stessa logica, urge Buckley, dato che pochi danno discorsi pubblici e fondano giornali, anche la libertà di espressione e stampa sarebbe secondaria.

Ma soprattutto mi ha colpito l'analogia con la situazione italiana, in cui per decenni la popolazione (in stragrande maggioranza cattolica) ha dovuto finanziare con le sue tasse una scuola pubblica usata per distruggere la tradizione di chi la paga.
Come diceva Bobbio: “nella società italiana, dove la religione cattolica è predominante, la libertà della scuola non può avere altra conseguenza, come del resto è avvenuto sinora, che la istituzione quasi esclusiva di scuole cattoliche. Pertanto la libertà nella scuola può essere garantita soltanto nelle scuole di Stato” (La Stampa, 11 marzo 1986).


Sunday, January 13, 2013

Cibo per un mondo sovraffollato

Come dicevo, la popolazione mondiale crescerà fino a 11 miliardi nel 2100 per poi calare, e l'aumento  è causato non dalle nascite ma dall'allungamento della vita media. La soluzione sarebbe quindi l'eutanasia più che il condom.
Fortunatamente per noi, pare che non ci sia bisogno di una soluzione dato che non c'è un problema, almeno se consideriamo la disponibilità di cibo: nonostante l'aumento della popolazione, il consumo di calorie pro capite a livello mondiale dovrebbe crescere, almeno fino al 2030.

(Dati FAO , vedi anche qui)


Che bella scoperta!

La cosa migliore del mio ultimo anno dottorato e' stato scoprire quanto sia bello "scoprire" , cioe' capire qualcosa.
Ironicamente, questa scoperta e' avvenuta dopo 23 anni di permanenza in quelle istituzioni che dovrebbero essere fatte per questo (scuola ed universita'): tutto si puo' dire di me meno che sia stato uno studente precoce :).
Preparando la tesi di dottorato ho capito che il gusto dello studio, della ricerca era "capire" un qualche aspetto della realta' non scrivere l'articolo che poi avrebbe aiutato a raggiungere un posto da ricercatore.
Ho capito che era una "soddisfazione", e nello stesso tempo ho capito che e' un fenomeno raro.
Di fatto passiamo nell'esistenza anni senza sperimentare questa sorpresa, illudendoci di conoscere perche' ripetiamo l'opinione comune, al massimo deducendo qualche conseguenza dalle premesse che abbiamo assunto inconsapevolmente e - quindi - acriticamente.
Allo stesso tempo ho capito che "pensare correttamente" non e' per nulla facile, che "pensare e' una tortura", nel senso che non e' spontaneo.

Corollario: condizione necessaria (ma non sufficente) per scoprire qualcosa di nuovo e' usare correttamente il pensiero. Sembra banale ma si vedono quotidianamente clamorosi errori, sia strettamente logici che di metodo. Che razza di svolta di civilta' hanno compiuto i greci antichi inventando la logica!