Wednesday, September 30, 2009

La falsa razionalità degli obiettivi

In modo spudoratamente strumentale cito questo articolo del Boston Globe sui limiti degli obiettivi aziendali per scatenare la mia personale filippica.
Mi limito all'aspetto puramente aziendale/organizzativo e non parlo degli aspetti personali e psicologici del porsi obiettivi.
Il "Management By Objectives" sembra logico e razionale (come l'MRP del mio post precedente). Ti incentivo premiandoti se raggiungi un obiettivo, che deve essere concreto, misurabile, raggiungibile, sfidante, deve avere una scadenza blah blah blah ...
Falsa razionalità: il processo di definizione e condivisione degli obiettivi o è lungo e somiglia ad una contrattazione al suk di Marrakesh, o, normalmente, è calato dall'alto, con obiettivi non realistici e che quindi non motivano. Gli obiettivi poi possono essere contraddittori e creare tensioni all'interno dell'organizzazione che devono essere bilanciate come i contrafforti delle cattedrali gotiche, in un delicato lavoro di architettura sociale.
Anche il miglior processo nella migliore azienda non protegge però da quella ostinata tendenza che la realtà ha di discostarsi dalle previsioni. Da quando lavoro non mi ricordo un anno in cui il contesto delle mie aziende non sia cambiato, e non nei dettagli: modifiche regolamentari, ristrutturazioni aziendali, cambio di assetto azionario e di priorità, competizione che si accende ...
Se qualche ingenuo all'inizio ci crede, alla fine del secondo quarto la potenza motivatoria dell'obiettivo è svanita come le bollicine in un bicchiere di cattivo spumante la mattina dopo la festa.
Nel migliore dei casi si continua a lavorare per dignità, professionalità e onestà, ma **razionalmente** (lasciatemi restringere il concetto di razionale per un istante) perchè uno dovrebbe impegnarsi, a questo punto? Non sarebbe più **razionale** frenare, ridurre il risultato dell'anno in corso per poter definire al ribasso l'anno successivo, e magari anticipare costi, posticipare incassi e facilitare l'obiettivo dell'anno successivo?
Io voto per distribuire una percentuale prefissata del profitto, o dell'EBITDA, o delle vendite, o dell'aumento delle vendite, o del margine della linea di prodotto ()? Semplice, e robusto. Potrebbe funzionare: gli obiettivi non li ho visti funzionare mai.

Friday, September 18, 2009

MRP vs Kanban, ovvero i costi del controllo e il peccato mortale dei project manager

Quella di fare il dottorato e' stata probabilmente la peggiore decisione della mia vita, ma alcune cose che ho imparato li' si sono rivelate utili al di la' del settore specifico.
Cominciamo con questa. Studiavo l'ottimizzazione della produzione industriale, e ho incontrato due approcci al problema, il Material & Resources Planning (MRP) e il Kanban.
Nell'MRP si segue una logica molto "logica": conoscendo le previsioni di vendita e quanta roba c'e' nei magazzini si calcola quanto deve essere prodotto, conoscendo la BoM (Bill of Materials, l'elenco dei componenti necessari al prodotto finito) e i tempi di lavorazione ed approvvigionamento si deduce cosa deve essere prodotto e quando, dopodiche si manda la pianificazione in fabbrica e ogni macchina sa cosa deve produrre, quando e in che quantita'.
Il Kanban e' infinitamente piu' rozzo: consumando i materiali ad un certo punto si arriva ad un cartellino (in certi casi proprio un cartellino fisico) che si manda alla macchina precedente, avvisandola che si ha bisogno di un nuovo lotto.
Non troppo strano ma vero, l'MRP si e' sempre dimostrato un casino, per giunta molto costoso: per funzionare bene deve avere informazioni corrette, previsioni affidabili e non situazioni che non cambino troppo in fretta ... e la vita reale e' cosi', no? L'umile Kanban ha invece fatto la fortuna di Toyota.
Per estensione: se pensate di controllare un sistema centralmente fatevi i conti se potete DAVVERO gestire da li' il flusso di informazioni, i cambiamenti, i contrattempi e gli inevitabili errori. In quanti casi si sceglie acriticamente, senza riflettere sui costi implicati ... nell'illusione del "controllo" si realizzano mostri.
Nel Kanban il controllo e' distribuito, cioe' avviene dove si hanno le maggiori informazioni per prendere decisioni.

Buttiamola in politica: piani quinquennali vs federalismo e sussidiarieta' ... (evidentemente il mio e' solo uno spunto, quando si tratta di fare bisogna SEMPRE piegarsi ai dettagli della situazione e delle esigenze).

Buttiamola sull'organizzativo: project managerS, non illudetevi di riuscire dove l'MRP e' fallito: il vostro lavoro e' garantire che il progetto fluisca, se centralizzate le informazioni per avere il controllo non avrete ne' il controllo ne' i risultati. Otterrete clienti arrabbiati, fornitori "stupidi" e una bottiglia arrabbiata con il suo collo (che sarete voi).